Dopo la nostra “prima uscita” sugli Spumanti italiani di cui vi abbiamo parlato qui rieccoci a parlare delle nostre serate di degustazione fra amici, di cui come già precisato da Eugenio nel suo precedente articolo: “…per il piacere di condividere le emozioni contenute in alcune buone bottiglie di vino, i sapori di diverse preparazioni gastronomiche, e l’allegria di una serata tra amici...” . E allora, cercando di essere puntuali, sia nella cadenza che ci siamo prefissati, cioè quella più o meno di un mese di distanza tra un incontro e l’altro, sia nella sequenza “corretta” dei vini, come la “scuola ci insegna”, (anche se poi sappiamo che non è proprio così, soprattutto come scopriremo analizzando i vini di questa particolare serata) abbiamo selezionato delle bottiglie che riposavano in cantina da qualche anno, del nord, del centro e del sud…
Questa volta infatti ci incuriosiva affrontare alcuni bianchi italiani (sui francesi per esempio sappiamo che la storia sarebbe andata diversamente) che hanno qualità e struttura tali da poter sfidare il tempo…
Questa volta infatti ci incuriosiva affrontare alcuni bianchi italiani (sui francesi per esempio sappiamo che la storia sarebbe andata diversamente) che hanno qualità e struttura tali da poter sfidare il tempo…
Azienda Agricola Fontanavecchia (Torrecuso, BN)
Da uve Falanghina in purezza. Le uve vengono selezionate e raccolte con cura per raggiungere grandi capacità estrattive.
Vinificato a temperatura controllata in acciaio, affina con un passaggio in barriques di rovere francese.
Di un bel giallo pieno, luminoso, quasi oro antico. Al naso esprime tutto il suo potenziale derivante dalla selezione delle uve e dalla loro ottima maturazione. E’ un vino dal bouquet intenso floreale e di frutta matura con evidenti sfumature di nocciola.
All’esame gustativo mantiene comunque una buona freschezza a dispetto dell’età e del passaggio in legno che connota decisamente il vino rendendolo avvolgente e rotondo, senza snaturarlo rischiando di farne perdere la tipicità.
La grande intensità olfattiva prevale sulla persistenza retro gustativa comunque molto piacevole. Un vino “di spessore” che fa percepire le potenzialità di un vitigno un po’ bistrattato come la falanghina.
Vinificato a temperatura controllata in acciaio, affina con un passaggio in barriques di rovere francese.
Di un bel giallo pieno, luminoso, quasi oro antico. Al naso esprime tutto il suo potenziale derivante dalla selezione delle uve e dalla loro ottima maturazione. E’ un vino dal bouquet intenso floreale e di frutta matura con evidenti sfumature di nocciola.
All’esame gustativo mantiene comunque una buona freschezza a dispetto dell’età e del passaggio in legno che connota decisamente il vino rendendolo avvolgente e rotondo, senza snaturarlo rischiando di farne perdere la tipicità.
La grande intensità olfattiva prevale sulla persistenza retro gustativa comunque molto piacevole. Un vino “di spessore” che fa percepire le potenzialità di un vitigno un po’ bistrattato come la falanghina.
Cantina Sergio Mottura (Civitella d’Agliano, VT)
Da Grechetto in purezza. All’assemblaggio finale contribuiscono le migliori uve dei cinque vigneti di grechetto presenti in azienda.
Dopo la pressatura soffice e la decantazione a bassa temperatura, il mosto inizia la fermentazione in acciaio per terminarla poi in carati di rovere dove rimane per nove mesi. Affina ulteriormente in bottiglia per sei mesi.
Giallo paglierino intenso, luminoso. Al naso risulta ben centrato ed elegante, nelle sue note di fiori e frutta bianca, intenso.
In bocca entra morbido, elegante ed equilibrato. Di buona freschezza e persistenza.
Un vino che non dovrebbe mancare in cantina per la sua versatilità di abbinamento e la sua sicurezza nell’invecchiamento.
Dopo la pressatura soffice e la decantazione a bassa temperatura, il mosto inizia la fermentazione in acciaio per terminarla poi in carati di rovere dove rimane per nove mesi. Affina ulteriormente in bottiglia per sei mesi.
Giallo paglierino intenso, luminoso. Al naso risulta ben centrato ed elegante, nelle sue note di fiori e frutta bianca, intenso.
In bocca entra morbido, elegante ed equilibrato. Di buona freschezza e persistenza.
Un vino che non dovrebbe mancare in cantina per la sua versatilità di abbinamento e la sua sicurezza nell’invecchiamento.
Azienda Contrade di Taurasi (Taurasi, AV)
L’azienda di Sandro Lonardo, in quel di Taurasi, ha deciso di riscoprire un vitigno autoctono, praticamente scomparso, localmente chiamato “roviello”, anche se ne coltiva solo circa 500 piante e produce poche migliaia di bottiglie.
A dispetto del nome "greco moscio", che farebbe pensare ad un fratellastro del più famoso Greco ma con minore acidità, ci troviamo di fronte a un vino decisamente fresco, dalla sferzante acidità ”quasi agrumata” e interessante mineralità, con sentori erbacei, di rosmarino e di pietra focaia.
Scelta oculata del periodo vendemmiale, fermentazione in acciaio e successivo affinamento in bottiglia ne fanno un vino assolutamente meritevole di attenzione con una propria tipicità e connotazione gusto-olfattiva.
A dispetto del nome "greco moscio", che farebbe pensare ad un fratellastro del più famoso Greco ma con minore acidità, ci troviamo di fronte a un vino decisamente fresco, dalla sferzante acidità ”quasi agrumata” e interessante mineralità, con sentori erbacei, di rosmarino e di pietra focaia.
Scelta oculata del periodo vendemmiale, fermentazione in acciaio e successivo affinamento in bottiglia ne fanno un vino assolutamente meritevole di attenzione con una propria tipicità e connotazione gusto-olfattiva.
Azienda Nardello (Monteforte d’Alpone, VR)
L’azienda Nardello esprime un progetto “territoriale” puntando decisamente su vitigni autocotoni e “vini del territorio”. Siamo nel cuore del Soave, tra le colline veronesi, e qui non si può prescindere dalla straordinaria versatilità della garganega.
Il Monte Zoppega rappresenta uno dei due cru di Soave dell’azienda, esprimendo nel bicchiere subito un colore giallo paglierino intenso. Il naso è pieno, con sentori di frutta esotica e una trama sottile di speziatura molto piacevole. Il legno è appena percettibile.
Vino ricco e profondo, dai terreni vulcanici scuri con un alta percentuale di argilla del Monte Zoppega, risulta in bocca di buona struttura, freschezza e sapidità. Sosta in barrique di secondo/terzo passaggio per 6/7 mesi.
Il Monte Zoppega rappresenta uno dei due cru di Soave dell’azienda, esprimendo nel bicchiere subito un colore giallo paglierino intenso. Il naso è pieno, con sentori di frutta esotica e una trama sottile di speziatura molto piacevole. Il legno è appena percettibile.
Vino ricco e profondo, dai terreni vulcanici scuri con un alta percentuale di argilla del Monte Zoppega, risulta in bocca di buona struttura, freschezza e sapidità. Sosta in barrique di secondo/terzo passaggio per 6/7 mesi.
Considerazioni finali:Quattro prodotti decisamente diversi, ma che malgrado caratteristiche totalmente lontane per vitigno, territorio e vinificazione, sono dotati di grande potenzialità in prospettiva di vari anni di invecchiamento…
Inoltre ognuno di questi vini ha personalità adatte a fronteggiare cibi importanti ed abbinamenti da pranzo di gran classe avendo ancora molta “stoffa da vendere”, che li colloca tra i più importanti vini bianchi italiani…
Infine, a proposito di abbinamenti, abbiamo scelto come proposta gastronomica per la serata le splendide “Tielle di Gaeta” con quattro diversi ripieni: scarola, polipetti, alici e pomodorini, cipolla.
La scelta delle tradizionali Tielle ha preso spunto da una nostra recente visita da D.O.L., il fornitissimo negozio di Roma specializzato in prodotti enogastronomici Di Origine Laziale.
Un loro encomiabile servizio è quello di farsi recapitare giornalmente le Tielle direttamente da Gaeta…
Alla prossima!
Staff GustoVino
Questo articolo è pubblicato anche su Grappoli Divini, il blog di Alessandro Castaldo, anche lui tra i partecipanti alla serata...
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