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mercoledì 14 settembre 2011

“Ma quanto è bello andare in giro per i Colli Tortonesi”

Certo non abbiamo pensato di andarci in Vespa Special come Cremonini su quelli Bolognesi, ma comunque l’occasione si è rivelata subito ghiottissima ai nostri occhi!!
Il viaggio in auto da Roma per raggiungere Buronzo (VC) lasciava spazio a digressioni molto interessanti.

La Rat Weizen alla Locanda del Grue
Fabrizio ha sfoderato tutti i suoi innumerevoli contatti e alacremente si è messo all’opera. Durante una piccola riunione congiunta, GustoVino – HappyHour, abbiamo individuato come “obiettivo” la zona del Timorasso che risulta proprio di strada.
Le ragioni di questa scelta?
Soprattutto la curiosità per questo splendido vino bianco piemontese. Ci interessa approfondire il perché della sua sobria e potente nobiltà. La storia della coltivazione di questo vitigno autoctono della provincia di Alessandria, la sua rispondenza alle diverse giaciture, esposizioni e composizioni che i terreni degli splendidi Colli Tortonesi possono offrire.
Decidiamo di anticipare la nostra partenza di un solo giorno, e proprio in queste sole ventiquattro ore dobbiamo conoscere il più possibile della vocazione enogastronomica della zona. Sabato pomeriggio dobbiamo essere a Buronzo!!
Il nostro contatto nei dintorni di Tortona è Elisa Semino, giovane enologa e costruttivo alter ego di suo papà Piercarlo, esperto vignaiolo, nella conduzione della loro azienda agricola La Colombera. Il suo aiuto nell’organizzazione è impagabile, ci fa da vero e proprio “gancio”. E’ suo il suggerimento per il nostro splendido pernottamento a Villa Garibalda, dove arriviamo in tarda mattinata per poi muoverci alla volta del Birrificio Montegioco.

Le Birre di Montegioco

Certo che arrivare all’ora di pranzo in un luogo di lavoro non è il massimo del tempismo!! Infatti l’opificio è deserto. Rapidi contatti “spionistici” ci indirizzano verso La Locanda del Grue, spesso i nostri artigiani birrai mangiano lì. Ottimo consiglio! Li troviamo verso la fine del pranzo e visto che anche noi dobbiamo mangiare, ci sediamo dandoci appuntamento più tardi al birrificio.
La Locanda del Grue è uno splendido locale. Ampio e amorevolmente arredato tra il moderno e il modernariato, splendida la Lambretta completamente restaurata e il banco artigianale da falegname che divide a metà la sala. La Locanda è anche sede dei corsi sulla Birra della zona. Mangiamo ottimamente!! Ravioli mantecati alla birra Rat Weizen di Montegioco e al formaggio Montèbore (presidio SlowFood), gustosi Bonet e Tarte Tatin fatti in casa.
Al Birrificio Montegioco ci attende il suo proprietario Riccardo Franzosi che ci introduce all’arte birraria con particolare riferimento alla filosofia aziendale che è quella di portare il più possibile il territorio circostante nelle birre prodotte. Le tipologie tradizionali vengono prodotte con l’uso di malti selezionati e luppoli americani e si và dalla classica bionda fino alla scura passando per l’ambrata e la weizen. Particolarità, invece, viene ricercata nella creazione delle birre stagionali nelle quali vengono ampiamente utilizzati, e perfettamente integrati, i prodotti della tradizione agricola della zona.
Paolo, collaboratore di Riccardo, ci guida nella degustazione preceduta dalla nostra preghiera di limitarci a 5 o 6 birre della molto più numerosa produzione di Montegioco.
Partiamo con una bionda ale, la loro Mummia è una lambic o birra acida maturata per 18 mesi in barrique nelle quali è stato affinato Barbera (e che barbera!!! Il Bigolla di Walter Massa). La assaggiamo sia in versione ferma che in quella lievemente spumosa. La tipologia è ostica per i palati che conoscono la birra nella sola versione industriale. L’acidità è evidente e sicuramente ne favorisce l’abbinabilità al pasto, altre frecce al suo arco sono sicuramente la complessità e la sua persistenza al palato. Alc. 5%
Passiamo alla Rurale, una ambrata di puro malto rifermentata in bottiglia, di spuma cremosa e compatta, le note olfattive e di retrogusto sono quelle dolci di miele e caramello. Un lieve agrumato deriva dalla scelta del luppolo Cascade. Buona persistenza e ottima piacevolezza. Alc. 5,8%.
La Quarta runa è una birra prodotta stagionalmente ed in quantità limitate è commercializzata dal mese di settembre fino ad esaurimento. Birra chiara e dorata, è prodotta utilizzando le pesche di “Volpedo” altra emergenza gastronomica della zona. Non filtrata e non pastorizzata, rifermentata in bottiglia, ne deriva un aspetto opalescente, la schiuma è compatta. Evidenze al naso di frutta matura e non solo di pesca. Luppolata piacevolmente. Alc. 7%.
Una chicca per gli amici (sarà difficile trovarla in giro!!) la Moronina. La birra di partenza è una Demon Hunter alla quale sono state aggiunte in misura del 30% le more (cotte) dell’albero di gelso nero che se ne sta beato vicino al birrificio. Il frutto è evidente come anche il corpo della Demon sottostante. Alc. 9,5%.
La Rat Weizen invece l’abbiamo assaggiata a pranzo alla Locanda del Grue. E’ una birra di frumento con un bel colore ambrato e una piacevolissima schiuma compatta. Rifermentata in bottiglia e di media gasatura. Naso molto piacevole di banana, miele e caramello. Tutto torna in bocca molto ben bilanciato dall’effervescenza e dalla leggera luppolatura. Alc. 5%. La mia preferita.

Del resto del viaggio vi racconterò presto, i vini di Massa e de La Colombera meritano lunghe riflessioni e diversi assaggi.

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